Jeremy Pelt , tromba
J.D. Allen , sax tenore
Danny Grissett , pianoforte
Dwayne Burno , contrabbasso
Jonathan Barber , batteria
Maurizio Franco dice : Il quintetto di Jeremy Pelt, ospite di Jazz a Bollate, presenta l'ultima produzione discografica del trentacinquenne trombettista americano: The Talented Mr. Pelt, la prova della piena maturità di un musicista dalla superba tecnica strumentistica, ispirato da Freddie Hubbard e Lee Morgan in particolare, che per cinque anni ha vinto la classifica del referendum del Down Beat come nuovo talento della tromba jazz ed oggi é leader autorevole di una vera e propria working band.
Un quintetto che riunisce cinque tra i migliori artisti del jazz afroamericano contemporaneo, i cui membri sono tutti figli degli anni '70; un dato che può aiutarci a comprendere la linea musicale del gruppo e quella personale di Pelt. Infatti, il periodo in cui la maggior parte dei componenti della formazione si é avvicinata al jazz coincide con gli anni '80, un'epoca in cui la scena musicale presentava differenti indirizzi: da una parte c'era lo sviluppo della linea europea, dall'altra le poetiche del jazz funk trovavano nuovi equilibri, mentre le tendenze più radicali si articolavano in diversi filoni.
Infine, dopo più di un decennio, cominciavano a svilupparsi le conseguenze del jazz realizzato negli anni '60 dal quintetto di Miles Davis, dai Jazz Messengers di Art Blakey e da altri musicisti dell'area Blue Note (come Joe Henderson), che portarono alla ribalta personalità quali Wynton e Branford Marsalis, Bobby Watson, Terence Blanchard, Donald Harrison, James Williams, Kenny Kirdland, Jeff Watts, Bob Hurts e altri cosiddetti “Young Lyons”.
Di fronte a questo panorama, che per i musicisti afroamericani significava anche la rivendicazione del jazz come patrimonio culturale della popolazione nera degli Stati Uniti, Pelt e gli altri musicisti del quintetto si sono orientati nella linea di quel contemporary mainstream in cui si riuniscono il mondo davisiano degli anni '60, quello dei Messengers, soprattutto del periodo in cui Wayne Shorter e Cedar Walton rivestivano il ruolo di direttori musicali, e le nuove concezioni timbriche, ritmiche e di interplay maturate a partire dalla fine degli anni '50.
Dopo aver studiato alla Berklee School, Pelt entrerà dalla porta principale nel grande palcoscenico newyorchese del jazz, trovandosi al fianco di veterani di assoluta classe ed esperienza quali Jimmy Heath, Frank Foster o Cedar Walton, per poi diventare solista della Mingus Big Band.
Un percorso condiviso anche da J.D.Allen, di quattro anni più vecchio, che ha praticato artisti diversi tra loro quanto possono esserlo Wynton Marsalis, Chuco Valdes e David Murray, per poi diventare l'alter ego del trombettista. Con questo retroterra generale, Pelt può mettere in luce la varietà dei suoi interessi musicali, sviluppando al tempo stesso un linguaggio coerente, nel quale la musica circola liberamente tra tutti gli strumenti, senza ruoli rigidamente definiti, evidenziando un'affiatamento, un'empatia che, ieri come oggi, é il più importante segno della qualità di un gruppo jazz.